Premesso il fondamento psicoanalitico della new age, vediamo brevemente come si struttura “culturalmente” nella nostra società moderna.
Il razionalismo aveva promesso la liberazione dai tabù religiosi provocati dalla Chiesa con le sue imposizioni morali.
Il consumismo aveva promesso il soddisfacimento di tutti i bisogni, quindi, la felicità. Negli anni ‘60-70 la politica aveva preso il posto della religione. Trent’anni di delusione, generata dalla politica, ha prodotto la diffusione della “religione new age”. Diffusione in quanto in occidente ha avuto tutta una “incubazione”, iniziata con Cartesio, il protestantesimo, ecc.
Oggi, l’uomo, soprattutto il giovane, ha perduto la capacità di ragionamento.
Chiudendo gli occhi è come se interrompesse la vita, la quale si riduce a stimolo sensoriale. Non c’è percezione del futuro, non desiderio; dotato di bisogni primari, istintuali, ma non intellettuali, pura decora-zione delle necessità vitali.3
Il fenomeno “religioso” è una peculiare dimensione dell’essere umano. L’uomo è inserito nel mondo, ma porta in sé una esigenza di superamento dei suoi limiti che l’essere nel mondo gli impone.
Un tale “bisogno” di “trascendere” i propri limiti si manifesta in duplice modo:
1 – il bisogno di relazione con una entità che superi le limitazioni dell’uomo posto nel mondo. E’ la religione della trascendenza.
2 – L’uomo con i suoi mezzi, cerca di superare i suoi limiti e crea la “cultura”. E’ la religione dell’immanenza.
Un tale “fenomeno” universale dell’umanità dice che qualcosa c’è nell’uomo. Di fatto, nessun branco di animali, anche il più evoluto e a noi noto – come le scimmie, dalle quali discenderemmo – ha mai prodotto né religione né cultura.
In primo luogo tale “frattura”, un tale iato tra l’uomo e l’animale, è dato dalla coscienza – più o meno riflessa, più o meno consapevole, più o meno sviluppata – del suo vivere e del suo morire.
Questa “coscienza” del vivere e del morire – esclusiva dell’uomo – genera quel “bisogno” che produce il fenomeno religioso e culturale.
Quindi, nell’uomo vi è qualcosa: la consapevolezza di se stesso.
S. Freud ha descritto, a livello psicologico, questo fenomeno umano in due ben noti libri: “L’avvenire di una illusione e “Il disagio della civiltà”.
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