“E ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegnare e di portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo”. (Atti 5, 42)
I vangeli sono per noi documenti di fede: dopo l’evento di Pasqua e di Pentecoste, vennero raccolte le tradizioni su Gesù di Nazaret, e queste sono diventate oggetto di predicazione, di riflessione, di preghiera, cioè strumento di annuncio, di catechesi e di comunione.
Si può affermare che i Vangeli non siano altro che uno sviluppo scritto del kerygma fondamentale (vedi lo spazio quantitativo e qualitativo che nei Vangeli occupa il racconto della passione) secondo quanto è possibile constatare nel Vangelo di Marco, sedimentazione più antica della tradizione primitiva: un racconto della passione con ampia introduzione.
I vangeli sono documenti di fede che trasmettono l’esperienza storica ineliminabile di comunità interamente trasformate dall’incontro con il Cristo. La fede post‑pasquale affonda la sua radice nell’esperienza prepasquale di Gesù di Nazaret.
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