Per superare il conflitto tra la nostra esperienza – una sola orma – e l’affermazione del Signore: “Io ti portavo”, per cercare di adeguare, sempre più e sempre meglio, i nostri pensieri a quelli del Signore, dobbiamo rivedere “il film della nostra vita”, non come lo interpretiamo noi: perché mi hai lasciato solo, bensì come lo vede il Signore.
In questo cammino di “revisione”, vedere cioè in altro modo la “sola orma sulla sabbia”, la luce necessaria e unica è la Parola del Signore:
Sl 18,29-31, “Tu, Signore, sei luce alla mia lampada; il mio Dio ri-schiara le mie tenebre. Con te mi lancerò contro le schiere, con il mio Dio scavalcherò le mura. La via di Dio è diritta, la parola del Signore è pro-vata al fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia”.
Sl 119,105, “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”.
Tuttavia, la parola di Dio può essere adulterata – e di fatto lo è – dalla nostra esperienza che non si lascia facilmente trasformare “dall’opinione del Signore”. La Parola del Signore, invece di aiutare a capire la realtà dell’unica orma, può divenire uno strumento per una buona speculazione teologica, ma difficilmente, se usata in tal senso, può cambiare alcunché nella nostra esperienza emozionale e continuare, nel profondo, a gridare: “perché mi hai abbandonato”.
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